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Duro ma mai dolente, ti tiene incollato alle pagine
Joyce Carol Oates è una di quelle scrittrici che può scrivere qualsiasi cosa e che non sarà mai una lettura qualsiasi. “Ho fatto la spia”, pubblicato da La Nave di Teseo, è un romanzo perturbante, dove è difficile capire quale sia il tema dominante. La violenza verso le donne? La violenza razzista? Il rapporto tra verità e bugia? Il conflitto tra famiglia e individuo? Non si può nemmeno dire che il cuore del libro siano tutti questi temi insieme, ma forse si può dire che lo sono tutti di volta in volta. Appena pensi di essere arrivato al cuore della trama, e al cuore del personaggio principale, la Oates ti rivela qualcosa di inaspettato eppure perfettamente logico. Spesso troverete delle frasi o una sola parola tra parentesi: eccolo il cuore, quello che in genere mettiamo tra parentesi.
La trama, in breve: Violet Rue è l’ultimogenita di una numerosa famiglia irlandese che vive a South Niagara, Stato di New York. Ha due sorelle e quattro fratelli ma è la preferita del padre Jerome, scolpito nella roccia di un patriarcato incontestabile. Per caso è testimone del tentativo dei due fratelli maggiori di occultare le prove di un orribile crimine – l’omicidio di un ragazzo di colore – da loro commesso, e quasi per caso li farà scoprire, arrestare, condannare. Per questo verrà esiliata: non si tradisce la famiglia. Mandata a vivere da una zia crescerà insieme a un senso di colpa che la renderà incapace di denunciare diversi abusi subiti da molti uomini. Seguiremo Violet per 13 anni, sino alle rese dei conti.
Ecco perché leggerlo:
1Perché pur essendo un libro duro, così duro che a volte mozza il fiato, non è mai dolente, mai sbracato, mai eccessivo. Questo, in fondo, lo rende ancora più duro: perché ci rendiamo conto che la storia di Violet potrebbe essere una storia vera. E’ anatomia della verosimiglianza, indagine dei reconditi di una personalità, di una famiglia, di una società. E’ un libro spalancato, che ti fa vedere anche cosa si nasconde dietro le tende.
2Perché la Oates sa come si gestisce una trama. Sa come tenerti sempre dentro il libro e la vicenda narrata, con una scrittura semplicissima, scarna, e proprio per questa ricca di sfumature. Il lettore capisce che ci sono tanti significati in quello che legge, e allo stesso tempo ha voglia di vedere come andrà a finire. Questo è un romanzo che racconta un esilio radicale e un nostos, un viaggio per colmare una mancanza.
3Perché Violet Rue è un personaggio meraviglioso. Sia quando parla di sé in prima persona, sia quando cede la parola all’autrice, Violet parla, si pronuncia, ci denuncia. Questo è un romanzo sul riscatto di una donna, sulle verità confessate e sui segreti. Michel Foucault diceva che la confessione è “mal fare e dir vero”, Violet e la Oates ci dimostrano che tacere il vero è mal fare e che ciò che puoi scegliere è solo a chi dirla, la verità, a partire da te stesso.