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Scrittore di fama mondiale, instancabile maratoneta e appassionato di dischi: queste sono le caratteristiche di Murakami Haruki note al grande pubblico e alla nutrita schiera dei suoi affezionati lettori. La sua passione per le t-shirt, che colleziona in grandi quantità, era invece meno nota sino a quando la rivista “Popeye” non gli ha chiesto di scrivere per sei mesi una rubrica in cui parlare delle sue magliette preferite, tutte fotografate e inserite nel testo. Gli articoli sono stati raccolti nel volume “T – Le mie amate t-shirt” (Einaudi, 2022) a formare un collage di piccolissime storie leggere, anzi leggerissime.
In diversi probabilmente troveranno dei difetti in questa operazione, magari considerandola troppo commerciale o scrollando le spalle di fronte alla potenziale irrilevanza dei gusti di un romanziere giapponese in fatto di mezze maniche. Sono posizioni legittime, ma la mia è diversa. Non solo perché essendo come Murakami un accumulatore seriale di magliette, molte delle quali destinate a languire nei cassetti perché non indossabili, mi sento solidale con lui, ma per altri tre buoni motivi.
1Spesso siamo interessati a sapere quali libri leggono i nostri autori preferiti. O cosa pensano di questioni importanti. Cosa ci importa dei loro armadi? Eppure noi siamo anche quello che indossiamo tutti i giorni, siamo quello che ci piace, siamo ciò che scegliamo di collezionare. Murakami, parlando delle sue t-shirt, ci mostra il suo lato pop e mette in mostra il suo quotidiano: non con un post o una storia su Instagram, ma con un piccolo racconto, una divagazione letteraria che rilassa: una delle funzioni della letteratura più sottovalutate.
2Le t-shirt raffigurate sono colorate e qualche volta sono molto belle. Non sono di marca ma comprate in negozi di dischi o in bancarelle dell’usato, o a un concerto. Alcune sono di marche di birra o whisky o automobili, altre di negozi di surf, altre ancora di università che hanno ospitato Murakami o realizzate per le presentazioni dei suoi libri. Poi ci sono i supereroi, gli animali, le maratone e, ovviamente, libri e librerie. Sono sempre il frutto di una sorpresa, di una folgorazione, di un innamoramento fugace o duraturo. Sono l’emozione di un immagine. Messe tutte in fila, le magliette di Murakami sono un po’ la sua musica del caso. E la citazione di Paul Auster non è casuale.
3Certamente questo libro è un divertissement, ma siamo sicuri che il divertimento sia superficiale? La prima maglietta presentata è stata lo spunto di uno dei racconti più famosi di Murakami, da cui è stato tratto anche un film (“Tony Takitani”): da una maglietta è nata una storia. E questo ci dice che nei cassetti di Murakami non ci sono solo magliette, ma frammenti di vita da cui chi scrive può estrarre l’infinita possibilità dell’immaginazione. In fondo questa raccolta ci dice sulla scrittura di Murakami molto di più di cento saggi critici. Perché la letteratura è come le t-shirt: devi indossarla, per farla leggere a qualcuno.