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E va bene, lo ammetto: “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde” scritto nel 1886 da Robert Louis Stevenson è uno dei classici che ho studiato in tutte le salse, di cui ho sentito parlare in tutti i modi, ma che non avevo mai letto. E così ho deciso di rimediare con l’edizione Giunti 2012.
Non credo che il libro abbia bisogno di molte presentazioni. E dunque passo subito a tre buoni motivi per leggerlo:
1 Mi ha stupita perché in realtà, a differenza di molte trasposizioni cinematografiche, la vicenda – a parte l’ultimo capitolo – non è mai raccontata dal punto di vista del protagonista, e c’è anche molta meno azione di quel che pensassi. Insomma, un libro che stupisce, diverso da come lo immaginavo.
2 Beh, naturalmente per il tema dell’eterna conflittualità tra bene e male trattato in maniera più profonda di quel che pensassi. Lacerato dai sensi di colpa per le sue inclinazioni, Jekyll decide di “separarsi” dal suo lato “cattivo” (e qui entra in gioco anche molto il senso di rispettabilità dell’epoca: cosa è veramente disdicevole, e cosa no?). Ma è veramente possibile dividere due aspetti che fanno entrambi parte di noi?
3 In realtà più che un libro è un racconto breve, dunque si legge rapidamente: l’ideale se avete voglia di un grande classico della letteratura che vi faccia riflettere, ma senza appesantirvi troppo.