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Rieccoci con una delle classifiche tra le più apprezzate di Tre Buoni Motivi per Leggere: i libri da leggere nell’anno nuovo!
Se vi sono piaciute le nostre guide con i libri che abbiamo più amato nell’arco del 2024 e la classifica delle recensioni più lette dell’anno, eccoci qui alla classifica dei libri da leggere nell’anno nuovo.
Qui troverete i libri che ci ispirano di più, quelli che abbiamo appena acquistato, quelli che abbiamo trovato sotto l’albero di Natale o che vorremmo vedere nella calza della Befana.
Ancora una volta, non è stato facile condensare tutte le nostre idee in soli 20 titoli, anche perché – come abbiamo avuto modo di verificare negli anni passati – il nostro “fiuto” poi viene guidato a seconda del momento, dell’ispirazione e di tanti altri fattori.
E poi è una bugia: non abbiamo solo 10 libri a testa da leggere. La lista è molto, molto più lunga! Si potrebbe dire che questo è solo l’antipasto.
Dunque non è detto che i buoni propositi verranno rispettati alla lettera. Sicuramente questi libri arricchiranno la nostra libreria, ma siamo certi che nel corso dell’anno verranno affiancati da tanti altri!
Ogni libro è seguito dalla descrizione sulla quarta di copertina, ecco le due classifiche con i consigli che rispecchiano i rispettivi gusti.
Lista di Valentina
1 “Tre donne nella vita di Vincent Van Gogh” / “Tre notti nella vita di Berthe Morisot” di Mika Biermann (L’Orma, 2024)
Ecco, inizio subito “trollando” i lettori: questo non è un libro solo, infatti, bensì due. Li ho messi insieme, però, perché sono dello stesso scrittore, sono molto brevi (rispettivamente 96 e 120 pagine) e sono stati pubblicati da L’Orma nello stesso anno e per la stessa collana. E li ho trovati entrambi sotto l’albero, dopo averli inseriti nella “lista per Babbo Natale”: mi ispira molto l’intento di Biermann, scrittore, studioso d’arte, pittore, fotografo e collaboratore del Museo di Belle Arti di Marsiglia, che ha cercato di tratteggiare il ritratto intimo di due artisti partendo da fatti distinti: tre donne, tre notti, particolari che – ognuno a suo modo – segnano la vita di Van Gogh e Morisot rendendoli i personaggi indimenticabili che conosciamo.
2 “Tutti gli indirizzi perduti” di Laura Imai Messina (Einaudi, 2024)
C’è una piccola isola, nel mare interno di Seto, che ha la forma di un’elica e non più di centocinquanta abitanti. Proprio lì, nell’ufficio postale di Awashima, vengono conservate tutte le lettere spedite a un destinatario irraggiungibile: un amore perduto eppure ancora presente, la ragazza che leggeva Kawabata su un autobus a Roma, l’inventore del fon, il giocattolo preferito d’infanzia, il primo bacio che tarda ad arrivare. Come messaggi in bottiglia, sono parole lasciate andare alla deriva che non aspettano una risposta. Perché scrivere può curare, tenere compagnia, aiutarci a decifrare il mondo, o la nostra stessa anima. “Tutto il senso dello scrivere queste lettere è, precisamente, scriverle”. Un romanzo felice, pieno d’incanto, sulla potenza della scrittura e sulla meraviglia che può nascere dalla fiducia nelle relazioni, anche quelle con gli sconosciuti.
3 “I miei due papà” di Éric Mukendi (e/o, 2024)
Parigi, banlieue: un quattordicenne nero, una mamma bianca, un papà nero. Improvvisamente un secondo papà che appare dal nulla. E una fidanzatina bianca dei quartieri alti… Intriso di umorismo, tenerezza e ironia, questo romanzo è uno straordinario spaccato delle nostre nuove società multietniche. Una favolosa opera prima dello scrittore congolese Éric Mukendi, un racconto tenero, divertente, leggero e profondo insieme, che segue con acume e ironia le vicende di un ragazzo di periferia integrato eppure africano, le sue pulsioni adolescenziali, i suoi contatti con il mondo borghese di Parigi centro, in cui si innamora della bella Hortense.
4 “Ritratto di famiglia con superpoteri” di Steven Amsterdam (Marotta&Cafiero, 2023)
Giordana ha 15 anni, padre alcolizzato e un’eterna insicurezza. Giordana può diventare invisibile, può attraversare i muri. Ben non ha un lavoro, è depresso, in trappola. Mentre cerca di suicidarsi scopre che può volare, come gli uccelli. Natalie è una madre preoccupata per suo figlio. Un ragazzo ingestibile. Natalie sa nuotare velocissimo come i delfini. Ruth si è separata da suo marito. Un’infermiera costretta a rifarsi una vita. Il suo superpotere è la telepatia. Sasha è timido e gay, ma può far innamorare le persone in un istante, come un moderno Cupido. Peter non parla mai, completamente innamorato di sua moglie. Dopo 40 anni scopre che può far scomparire e materializzare ciò che vuole. Tutto, tranne i morti. Alek è un bambino sveglio, che mostra con orgoglio le mutande da Superman. Scontroso, scostante, enigmatico, forse il più scostante, enigmatico, ma ha un dono, forse il più speciale di tutti. Questo libro è un ritratto dove niente è normale, tutto è nascosto.
5 “Want” di Gillian Anderson (Feltrinelli, 2024)
Il libro è nato da un invito che l’attrice Gillian Anderson (che ironia della sorte, presta il volto a una terapista sessuale in “Sex Education”) ha rivolto alle donne di tutto il mondo, un appello a condividere – in forma anonima – le proprie fantasie sessuali, sensazioni e pensieri intimi e profondi che di rado si esprimono ad alta voce. Liberandosi dalla vergogna legata alla sessualità delle donne e di tutte le persone in generale. Sono desideri onesti, schietti, strazianti, divertenti e decisamente sconci, da cui sono emerse fantasie intense e sfaccettate quanto coloro che le hanno condivise. Lettere di adolescenti che non hanno ancora fatto sesso; di single bloccate nella spirale infinita di approcci online e avventure di una notte; di donne esauste con bambini piccoli; di mogli o compagne con lunghe relazioni alle spalle, frustrate dalla solita routine; di transgender e persone non binarie; di ultrasessantenni alle prese con la scoperta del sesso dopo la menopausa. Fantasie di sottomissione e di gruppo, altrimenti difficilmente confessabili, anche nell’intimità della coppia.
6 “Io sono Marie Curie” di Sara Rattaro (Sperling & Kupfer, 2024)
Parigi, 1894. Mentre si immerge nelle intricate ricerche per la sua seconda laurea in Matematica, dopo aver conseguito quella in Fisica, Marie s’imbatte in Pierre, un animo affine in grado di decifrare la sua mente complessa. Tra loro nasce un connubio di intelletti straordinari, uniti dalla sete di conoscenza e dalla volontà di esplorare insieme gli enigmi dell’universo. Tuttavia, Marie fin da giovane si rivela essere una donna particolare: rifiuta il destino di moglie tradizionale, respingendo l’idea di confinarsi tra le mura domestiche. Per lei, l’amore per la scienza è un compagno di viaggio nel sogno comune, un’ossessione che la guida lungo un percorso inedito. Quando si ritrova improvvisamente sola, costretta a confrontarsi con l’ostilità dell’ambiente scientifico maschilista e conservatore, inizia una battaglia per affermare la sua identità e il suo ruolo nel mondo. La vita di Marie prende così svolte inaspettate, mettendo alla prova la sua forza e la sua determinazione. Tra avventure misteriose e sfide personali, la scienziata che avrebbe successivamente conquistato ben due premi Nobel si trova a lottare non solo contro le forze della natura, ma anche contro un’epoca che fatica ad accettare il genio femminile.
7 “L’impossibile ritorno” di Amélie Nothomb (Voland, 2025)
Grande attesa per questo libro di Amélie Nothomb, già pubblicato in Francia e ora in arrivo in Italia. Per ora si sa molto poco, a meno che non vogliate leggere la versione francese, ma la cosa che mi elettrizza è che parlerà di un nuovo viaggio in Giappone, terra molto amata dall’autrice belga nata a Kobe. Dopo aver già raccontato del Paese del Sol Levante in diversi libri, dunque, un nuovo volume ambientato tra Tokyo e Kyoto (i luoghi del nostro viaggio e di “Giappone in tutti i sensi“!) in cui ci si interroga anche sul significato più profondo del ritorno, in bilico tra nostalgia felice e malinconica.
8 “The Passenger – Londra” di autori vari (Iperborea, 2024)
Nuovo capitolo della collana “The Passenger” di Iperborea a cui siamo ormai molto affezionati, avendo letto i volumi dedicati al Giappone e alla Corea del Sud. Stavolta si torna in Occidente per parlare di una città che mi sta molto a cuore, sviscerando diverse tematiche. Quello che ci piace di “The Passenger” è che ovviamente non è una guida turistica, ma un insieme di micro saggi che contribuiscono ad avere un quadro socioculturale del posto di cui si parla. In questo caso si parla di Londra città aperta: la sua forza e la sua maledizione. Aperta e cosmopolita, con una popolazione multietnica che la connette ai quattro angoli del pianeta; aperta agli affari e all’Europa, come insistono i suoi sindaci pre e post Brexit; e aperta ai flussi della finanza globale e agli investimenti immobiliari di miliardari felici di parcheggiare i loro soldi in una grande metropoli di lingua inglese, dove lo stato di diritto e leggi clementi garantiscono loro anonimato e sicurezza – per non parlare del glamour. E così le case più esclusive della città finiscono in mano a superricchi stranieri, i “solo” ricchi si accontentano di un gradino più basso, subentrando ai benestanti e spingendo sempre più in fuori tutti gli altri, in una reazione a catena che inasprisce una drammatica crisi abitativa dovuta alla carenza di alloggi: da decenni Londra attira nuovi abitanti, ma non costruisce le case per ospitarli. Il caro-affitti strangola non solo la popolazione a basso reddito, ma anche tutto quello che rendeva la città una vera capitale: gallerie, teatri, locali, ristoranti. E poi ci sono gli choc esterni, il triplice colpo di crisi finanziaria, Brexit e pandemia che avrebbe abbattuto qualsiasi città, ma che per Londra, centro di scambi e commerci, punto di incontro dell’umanità, è stato un affronto personale, ad civitatem. Eppure Londra sopravvive e, in angoli inaspettati della sua vastità, lontano dal richiamo turistico di Buckingham palace, fiorisce.
9 “I mostri non esistono” di Michela Giachetta (Fandango, 2024)
Interessante questo libro che parla di violenza di genere affrontando la questione dal punto di vista degli uomini. L’autrice compie un viaggio nei Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV) che attuano percorsi specifici con l’obiettivo da un lato di interrompere la violenza, per tutelare le vittime, dall’altro far sì che gli uomini acquistino consapevolezza e si assumano le loro responsabilità, anche per evitare recidive. Come funzionano questi centri? Chi sono gli uomini che fanno questo tipo di percorso? Con un lavoro sul campo e un viaggio nel Paese reale, Giachetta è entrata in contatto con le realtà che lavorano con gli uomini maltrattanti, li ha incontrati, ha seguito le riunioni, si è messa in gioco in prima persona per cercare di comprendere, dove possibile, le ragioni dietro la violenza. Non per giudicare o giustificare, ma per provare ad andare oltre la risposta detentiva e carceraria, soluzione non sempre risolutiva. La violenza di genere è strutturale e gli uomini che fanno violenza uomini normali. I mostri non esistono.
10 “96 lezioni di felicità” di Marie Kondo (Tea, 2024)
Termino la classifica con un libro “feel good” (di questi particolari libri ne avevamo parlato qui). Marie Kondo, maga del riordino, spiega qui non tanto come rimettere ordine nella propria casa ma come – attraverso questa pratica – mettere ordine anche nella propria vita. Mi affascina molto la filosofia che ci invita a rallentare in un mondo che va sempre più di fretta, e questo libro sembra dirci proprio questo. Un rafforzamento del legame con le cose che ci circondano, un nuovo rapporto, più intenso e fecondo, con gli oggetti che abbiamo scelto. E non saranno mutati solo i sentimenti nei confronti del mondo materiale. Rallenteremo. Assaporeremo il cambiamento delle stagioni. Prendendoci cura delle nostre cose, scopriremo come prenderci cura di noi stessi e dei nostri affetti.
Lista di Simone
Gli ultimi mesi del 2024 sono stati così ricchi di uscite di alcuni dei miei autori preferiti, che è stato impossibile leggerli tutti prima della fine dell’anno. Alcuni non sono riuscito nemmeno ancora a comprarli… Quindi il mio 2025 sarà dedicato innanzitutto a libri che aspettavo da tempo intanto che aspetto le sorprese che sicuramente ci saranno nell’anno nuovo.
1 David Peace, “Monaco 1958” (Il Saggiatore, 2024)
Non ci giro intorno: insieme a Don Delillo, David Peace è lo scrittore vivente che più amo (ci sarebbe anche Thomas Pynchon, ma ci sono dubbi sul fatto che si possa considerare vivente: è lo “scrittore di Schrödinger”). Con “Monaco 1958”, pubblicato a pochi mesi dalla sua uscita in Gran Bretagna (traduzione di Pietro Tormenton), l’autore scozzese torna a raccontare gli anni gloriosi del football britannico. Dopo “Il maledetto United” dedicato a Brian Clough e “Red or dead”, racconto dell’epopea del Liverpool di Bill Shankly, Peace affronta la vicenda più tragica ed eroica del calcio inglese: l’incidente aereo del Manchester United del 1958 a Monaco di Baviera, in cui muoiono molti componenti della squadra, e il riscatto dei superstiti guidati dall’allenatore Matt Busby. Ancora una volta il football, il più popolare degli sport, sarà la chiave per raccontare un mondo e una società con lo stile inconfondibile di un narratore superbo.
2 Joyce Carol Oates, “Macellaio” (La Nave di Teseo, 2024)
Joyce Carol Oates ha per me un solo difetto: pubblica talmente tanti libri che è difficile starle dietro. Anche se li vorrei leggere proprio tutti. Dell’autrice americana abbiamo già recensito “Ho fatto la spia” e da lì in poi di titoli ne sono passati diversi. Ma “Macellaio”, uscito alla fine del 2024 (traduzione di Chiara Spaziani), non voglio proprio perdermelo. Un’opera in bilico tra fiction e ricostruzione storica (come “Blonde”, sempre della Oates, dedicato a Marilyn Monroe) in cui viene ricostruita la tanto agghiacciante quanto esemplare vicenda del dottor Silas Aloysius Weir, che nella seconda metà dell’800 gestì un manicomio femminile, fondò la discutibile “gino psichiatria” e si rese protagonista delle peggiori efferatezze su giovani indifese: non solo indisturbato, ma anche apprezzato dai suoi contemporanei. Un romanzo duro che alla questione femminile associa quella di classe, dimostrando lo sguardo acutissimo di una scrittrice tra le più importanti di questo secolo.
3 Paolo Nori, “Chiudo la porta e urlo” (Mondadori, 2024)
Questo blog adora Paolo Nori, come dimostrano le tante recensioni dedicate ai suoi libri, da “I Russi sono matti” a “La piccola Battaglia portatile” passando per “Repertorio dei matti della città di Genova”. Lo amiamo per il suo stile e la sua lingua inconfondibili (nessuno come lui sa rendere così letterario e al tempo stesso scorrevole il linguaggio parlato), per il suo sguardo stralunato sulle cose e sul mondo, per i suoi podcast sulla letteratura russa (ascoltateli, sono magnifici), per la sua straordinaria tenerezza, così consolante nel mondo cinico e violento in cui viviamo. Quindi è con il cuore spalancato che leggeremo “Chiudo la porta e urlo”, in cui Nori racconta il poeta romagnolo Raffello Baldini che, manco a dirlo, è il poeta preferito mio e di Valentina, che lo abbiamo scoperto proprio grazie a… Paolo Nori. Raffaello Baldini purtroppo è morto, ma Paolo Nori lo fa rivivere in un romanzo che, siamo sicuri, ci darà coraggio attraverso la pace e il sorriso. E la grande scrittura.
4 Silvia Pareschi, “Fra le righe” (Laterza, 2024)
Silvia Pareschi è una delle più importanti traduttrici italiane e mi ha permesso di leggere alcuni dei miei autori preferiti (ad esempio “Il ritmo di Harlem”, “Manifesto criminale” e “I ragazzi della Nickel” di Colson Whitehead). Senza chi traduce la maggior parte perderebbe buona parte delle proprie letture, ma nonostante questo il loro lavoro è ancora trascurato e non abbastanza valorizzato. Anche per questo, oltre a impegnarci a riconoscere sempre nelle nostre recensioni il ruolo di chi traduce, abbiamo deciso di intitolare la nostra rassegna di presentazioni del 2025 proprio “Traduzioni”. Per questo uno dei libri che leggerò nel 2024 è “Fra le righe” in cui Silvia Pareschi ci accompagna nell’affascinante e complesso mondo della traduzione, ci fa capire il ruolo decisivo di questa figura artistica e affronta le nuove sfide rappresentate dall’Intelligenza Artificiale, altro tema molto seguito da Tre Buoni Motivi per Leggere.
5 Suzuki Izumi, “Noia terminale” (Add, 2024)
La casa editrice indipendente Add ha molti meriti, ma il maggiore è la sua collana “Asia”, che porta all’attenzione del pubblico italiano autrici e autori di grande interesse, con le splendide copertine di Lucrezia Viperina. É quindi grazie ad Add (e alla traduzione di Asuka Ozumi) che potremo leggere l’opera di di Suzuki Isumi, un’autrice di culto morta suicida nel 1986 dopo aver rivoluzionato la fantascienza giapponese. I sette racconti di “Noia Mortale” sono i fatti il primo volume di una trilogia che ci farà entrare in un immaginario trasgressivo e provocatorio, costellato di utopie lesbo-matriarcali, controlli delle nascite attraverso la criogenesi, tirannie della noia e delle dipendenze. Un’opera che ci permetterà di scoprire i tanti lati oscuri del Giappone di cui abbiamo provato a dare conto anche nel nostro, “Giappone in tutti i sensi”, in cui (grazie ai Vcode) è possibile anche tenersi aggiornati sulle nostre recensione dedicate al Sol Levante.
6 Jonathan Coe, “La prova della mia innocenza” (Feltrinelli, 2024)
Di Jonathan Coe ho letto quasi tutto. Sia i suoi capolavori narrativi – “La famiglia Winshaw”, “La casa del sonno”, “La banda dei brocchi” – sia le sue ottime biografie – “Caro Bogart”, “Come un curioso elefante” – sia alcuni libri meno riusciti e leggendo la trama ho grandi aspettative per il suo ultimo romanzo, “La prova della mia innocenza” (traduzione di Mariagiulia Castagnone). Una trama intricata (come le migliori di questo autore) attraverso la quale Coe esplora la società inglese contemporanea, il preoccupante attivismo della destra estrema e le esistenze precarie di personaggi di cui molto facilmente mi innamorerò. Spero di poter confermare il mio ottimismo con una recensione che leggerete nel 2025.
7 Annie Ernaux, “La scrittura come un coltello” (L’Orma, 2024)
Entrare nel laboratorio di scrittura di una delle più grandi autrici del nostro tempo è un viaggio che non voglio assolutamente perdermi. Certo: conoscere i propri idoli è sempre pericolosi, perché può capitare di non trovarli all’altezza delle loro opere. Ma Anne Ernaux si è già talmente esposta nella sua narrativa (come ne “Il ragazzo”), che questa intervista con Frédéric-Yves Jeannet non potrà che arricchire la conoscenza della scrittrice Premio Nobel, capace di essere apprezzata tanto dai critici che dai lettori, anche grazie al suo stile cristallino e alla sua aderenza al reale. Non mi aspetto di scoprire dei segreti, ma di essere avvolto nella magia di un lavoro che nella fatica trova spesso la sua più intima ragione d’essere.
8 Stephen Markley, “Diluvio” (Einaudi, 2024)
Eccolo, il “mattone di Simone”, come li chiama Valentina. 1300 pagine che hanno impegnato addirittura due traduttrici – Manuela Francescon e Cristiana Mennella – per un’opera mondo tanto ambiziosa quanto già acclamata dalla critica: questo è “Diluvio” di Stephen Markley, già autore di “Ohio”, che si candida a dare nuova linfa al grande romanzo americano, affrontando le grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi ecologica a quella delle democrazie occidentali. In quest’epoca che toglie il tempo a troppe cose, tra cui la lettura, leggere “Diluvio” non è solo un’aspirazione ma un impegno verso il mio amore per i mattoni e la letteratura Usa.
9 Wu Ming 1, “Gli uomini pesce” (Einaudi, 2024)
Anche il collettivo di scrittura Wu Ming, con tutte le sue sinapsi, è tra gli imperdibili della mia libreria. Non a caso “Ufo 78” è stato il miglior romanzo italiano del 2022 e “Q di Qomplotto” il miglior saggio del 2021. Soprattutto amo, di Wu Ming, la capacità di aver dato vita a una particolarissima forma di romanzo storico di fantasia capace di entusiasmare dal punto di vista narrativo e sollecitare la curiosità della ricerca e dell’approfondimento. Non potrò quindi farmi mancare “Gli uomini pesce”, che nel delta del Po del ferrarese ambienta una storia che intreccia la guerra di liberazione con gli sconvolgimenti climatici del nuovo millennio. Sapendo che leggere Wu Ming è di per sè una forma di resistenza.
10 Samantha Harvey, “Orbital” (NN Editore, 2025)
É annunciata per il 14 febbraio 2025 l’uscita italiana del romanzo vincitore del Booker Prize 2024, “Orbital” di Samantha Harvey, grazie alla casa editrice indipendente NN Editore, che si conferma capace di individuare grandi autori non conosciuti in Italia. Un’opera che si propone di grande respiro: sei astronauti viaggiano in orbita attorno alla terra, nell’ultima missione da compiere a bordo della stazione spaziale prima che venga smantellata. Vengono dall’America, dalla Russia, dall’Italia, dalla Gran Bretagna e dal Giappone, e hanno lasciato le loro vite dietro di sé per osservare la terra muoversi sotto di loro. Li vediamo nei brevi momenti di intimità in cui ricevono notizie da casa, contemplano le loro foto, preparano pasti disidratati, dormono a mezz’aria in assenza di gravità. E soprattutto, siamo con loro mentre studiano il silenzioso pianeta blu, su cui scorre intensa la vita da cui sono esclusi. Uno sguardo dallo spazio e da un’idea di cosmopolitismo che speriamo di ritrovare nel 2025.