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“Una tetra mezzanotte”, “La maschera della morte rossa”, “I delitti della Rue Morgue”, “Il gatto nero”, “Il cuore rivelatore”, “Lo scarabeo d’oro”, “Il pozzo e il pendolo”, “Il corvo”: se nessuno di questi titoli vi ricorda qualcosa, probabilmente vi hanno seppellito vivi. Ma potete comunque rimediare in questi giorni, magari la notte di Ognissanti, con un binge watching da paura.
“La caduta della casa degli Usher”: di cosa parlano i racconti da cui è stata tratta la serie tv
Parliamo infatti di sette racconti e una poesia del Signore Oscuro della letteratura del mistero, Edgar Allan Poe, che sono lo spunto per gli otto episodi della serie Netflix “La caduta della casa Usher”, titolo che a sua volta riprende un’altra short novel di Poe.
In fondo, il regista e sceneggiatore della miniserie Mike Flanagan (nato a Salem, e già questo lo destinava in qualche modo alle tenebre) ha realizzato un un brillante mashup delle opere dell’autore di Boston. Ad indagare sulle oscure trame dei fratelli Roderick e Madeline Usher, spietati imprenditori farmaceutici ed informatici, è il pubblico ministero Auguste Dupin, costretto a confrontarsi con l’avvocato Arthur Pym. Dupin è un omaggio al primo investigatore della storia della letteratura, mentre Pym lo è al protagonista dell’unico romanzo scritto da Poe, con cui ha fondato il thriller psicologico.
La serie si prende moltissime libertà verso i racconti, ma ne rispetta lo spirito profondo, spesso sottovalutato da una critica distratta. Poe è l’equivalente dei Sex Pistols: così come il punk reagì con una violenza cacofonica e distruttiva al barocco del progressive rock, Edgar Allan prese la letteratura e la tirò fuori dalle secche del romanzo borghese, con i suoi cumuli di pagine in cui le saghe familiari mascheravano una realtà piena di incubi agghiaccianti. Poe era un uomo perso di fronte alla brutalità di un’America che stava muovendo i primi passi verso il dominio del mondo e la scelta della serie di rappresentare gli Usher come dei turbocapitalisti senza scrupoli e i loro eredi come dei Kardashian in versione zombie credo sarebbe piaciuta al nostro autore.
Inoltre la serie, come molti racconti di Poe, ha per protagonisti anime in cerca di vendetta, sepolti vivi e spiriti incastonati nelle fondamenta delle mura domestiche e non ci sono strane creature. Bastano quelle a disposizione: gatti, corvi e, soprattutto, uomini.
Il nostro consiglio è quindi di fare un doppio binge watching: sullo schermo e sulle pagine, magari cercando in libreria la magnifica edizione illustrata di Mondadori delle opere di Poe. Sempre che riusciate a non chiudere mai gli occhi, si intende.